destionegiorno
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Biografia Sono nato il 16 gennaio 1947 a Valva (Sa), un piccolo paese della valle del Sele, dove ho vissuto i primi anni dell'infanzia. Da molti anni vivo a ........ in terra di Bari.La mia famiglia di origine, per diverse ragioni, si trasferisce nel 1953 a Napoli. Sono anni difficili, si vive ... (continua)
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Angelo Michele Cozza
Le sue 41 poesie in Introspezione
Se navigai o naufragai chi lo sa...
Dalle sorgenti della vita ardente
quanti imbarchi per approdi inesistenti
poi, ricordi di calori d'anima delusi
di incarnazioni mai avvenute
di sogni in nulla mutati!
Un autoironia ne dà un senso
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Il lume del giorno giunto al capolinea
consegnatosi al crepuscolo dispare:
già annotta, impugno pensieri.
Tra non
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Più volte comunque fosse
pur gli anni festeggiammo
ai funerali o ad altre cerimonie
regolari prendemmo
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Non chiedete della mia tristezza
interrogato non saprei dire
da quando si sia incamminata
e come fin nell'animo si sia
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L'artificiere che è nella mente fa brillare
le sue mine, una marea di scintille fluisce:
sono pensieri in agnizione,
occupano circonvulozioni, fanno calca.
Non si sfollano, mi provocano,
fanno groviglio, perforano;
come una ciurmaglia allo
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Quanto dovrò attendere il fatidico giorno
quando potrò imbarcarmi per l'aldilà e salutare
tirare il
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Me ne sto quì in solitudine
ingabbiato nei miei silenzi
cheto tra pause di pensieri distratto
scruto qualche stella che si mostra.
Mi è tutto lontano, distante;
indeterminato e vago
mi simulo estraneo e mi interrogo
e non so
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Buffa invisibile un vento
ammasca un veliero di pensieri
nella traversata arrembo
da tutto divergo e mi stacco
su un
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Afa. Bonaccia sul mare
tregua dell'onda briosa
assenza di spruzzi
evanescenze di bave.
Sonnecchia la
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E' da anni che da più parti,
esortazioni mi giungono
perché in fiori muti le mie spine,
che la mia
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Il filo sul fuso è oramai quasi alla fine
e poco importa delle forbici di Atropo
della snervante partita a
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Senza strepitii e sinfonie, come cicala io strido.
E' desolazione senza voce e senza pianto
lagna per accecamento di
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Non urla di vento o di umani
o altro accidente possibile
aggirante per il vulnerabile corpo
mi fa veglio in questa
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Se non inchiara l'opaco divenire
e nel torbido nero tremo e avvizzisco
se moccolo si fa il lucignolo della vita
a che
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Impregnato e lercio di nulla
più non temo il domani
potrò sì separarmi da una vita
che non ho vissuto
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